Di Enrico Imperatori
Pubblicato su: Terra di Mezzo (Pubblicazione della Società Tolkieniana Italiana), n° 5, 1997, ANNO III – equinozio di primavera
Prima Parte
In antico nordico il loro nome era Dvergar, da intendersi come “esseri demoniaci” o “ rattrappiti”; Dwarf in inglese antico; Corrigans nelle antiche saghe Bretoni; Gnomi e Nani nei miti e nelle fiabe italiane. Qui mi accingo a fornire qualche informazione sul popolo fantastico dei Khazad, questo era il nome dei Nani nella lingua Khuzul, fornitagli all'alba dei giorni dal loro creatore Aule, negli scritti di J.R.R. Tolkien.
Ritengo che l'atto di inserire questa razza nella propria cosmogonia,non fu per Tolkien, un evento casuale . In effetti, a mio avviso, il suo attento e appassionato studio dei miti nordici gli fece probabilmente ravvisare in questo popolo, presenti in quasi tutti i suddetti miti, delle caratteristiche che ben s'adattavano alla sua mitologia, quantomeno al livello superficiale del setting “medievale”.
Non dobbiamo però incorrere nello sbaglio di pensare che Tolkien si sia limitato ad un trasferimento passivo dei Nani, con tutte le loro peculiarità, “dalle sterminate lande nordiche alla Terra di Mezzo”. In effetti non fu così: per i Nani, come per tutte quelle altre razze che popolano la Terra di Mezzo e che ricorrono in quasi tutte le mitologie arcaiche indoeuropee, vi fu l'appassionata opera di “umanizzazione” da parte di Tolkien, opera che, come vedremo di seguito, non ricorre invece nel lavoro degli autori o trascrittori medievali di quelle mitologie.
Mi pare che questo importante aspetto meriti di essere approfondito e, per una migliore comprensione dell'analisi che sto per eseguire, mi pare opportuno sintetizzare quanto la letteratura ci offre su questa straordinaria razza mitologica.
LA TRADIZIONE
Nel mito pagano nordico della Voluspa Saga primo carme dell'Edda di Snorri(1), si legge, sull'origine dei Nani: “..........nati nella polvere e sotto terra, come vermi nella carne....”. Si scopre che ebbero vita dalla carne del gigante Ymir. Sempre dalla Voluspa si desume che inizialmente i Nani erano realmente vermi, anche se questo non trova conferma in nessun'altra fonte, ma in seguito, per volere divino, ebbero figura umana seppur rachitica e furono dotati di intelletto consapevole . Questa origine “ctonia” rende i Nani depositari della Terra, individuabili simbolicamente nei tesori in essa contenuti. Questi tesori sono essenzialmente metalli e la conoscenza delle loro proprietà.
Di conseguenza è prerogativa di questi esseri la conoscenza del fuoco primordiale che ha plasmato metalli e che possiede, secondo il mito, la gran proprietà purificatrice di annullare e distruggere il male. Si deduce, quindi, che il possesso di tali segreti rende i Nani esseri iniziatici, quindi oscuri e misteriosi. I Nani sono anche fabbri e artigiani abilissimi. Nel mito Il furto del monile di Freya(2) si legge : “presso la reggia, in una pietra, abitavano quattro Nani: Alfrigg, Dvallin, Berlingr, Grérr. Costoro erano artigiani così abili che riuscivano in tutto ciò che si proponevano di fare”. Il grande potere di questa razza risiede quindi anche in quest'attività. Il fabbro è un artigiano dotato di poteri sovrumani. L'essere, poi, custodi di tesori – di qualcosa cioè che può essere fonte di saggezza e generosità, ma anche di egoismo e distruzione- caratterizza questa razza in maniera eticamente ambigua.
Altro aspetto importante da affrontare è la relazione dei Nani con l'aldilà. La connessione dei Nani con pietre e tumuli fa sorgere spontaneo il collegamento tra questi ultimi e gli spiriti dei defunti, anch'essi abitatori di sepolcri e tombe: una credenza era dunque quella che i Nani fossero l'incarnazione dei morti. E' per questo, forse, che in alcune fonti(3), i Nani sono intesi come esseri demoniaci.
La connessione con il regno dei morti e dei tumuli bui, ha dato probabilmente adito alla credenza che la luce del giorno terrorizzi i Nani, poiché questa li pietrifica uccidendoli.
Nonostante le caratteristiche superumane sopra descritte i Nani non sono mai stati venerati nella mitologia Europea, quanto piuttosto temuti per le loro qualità misteriose e per il loro carattere di pericolosi e ostili difensori di tesori.
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