Lo scorso anno la Società Tolkieniana Italiana (STI) ha comunicato che l'edizione 2010 di Hobbiton, la più importante manifestazione tolkieniana italiana, non avrebbe avuto luogo a causa della "grave crisi finanziaria e i relativi tagli ai finanziamenti".
Hobbiton aveva "esordito" nel 1994 a San Marino, nel contesto dell'Italcon (convention per gli appassionati italiani di fantascienza), e l'anno seguente, a Tolmezzo (UD) cominciò ad essere una manifestazione autonoma.
Successivamente si è svolta (in pompa magna) presso il Castello di Gorizia, mentre nel 2002 la location fu Villa Manin a Passariano di Codroipo (UD); dal 2003 al 2006 la manifestazione si è svolta a San Daniele del Friuli (UD), nei due anni successivi a Bassano del Grappa (VI), per poi trasferirsi nel 2009 a Marostica (VI).
Senza entrare nel merito della crisi economica, che indubbiamente c’è stata, e dei tagli ai finanziamenti per i comuni, e per la cultura, anch’essi evidenti, mi chiedo però: ma Hobbiton non si poteva fare comunque?
Capisco che la Società Tolkieniana Italiana, negli ultimi anni ha abituato i suoi associati, e gli appassionati Tolkieniani in genere, a feste davvero grandiose, con eventi culturali di grandissimo rilievo e spazi aggregativi e ludici davvero notevoli, però, se tale grandiosità non è più possibile (almeno per il momento), perché non tornare ad una festa più a misura d’uomo, anche campestre, com’era all’inizio.
Io ho partecipato alle prime feste“per pochi intimi” a Tolmezzo e ne conservo un ricordo magnifico. Feste realizzate con l’aiuto dei pochi associati volontari nel piccolo centro polivalente comunale di Tolmezzo e nei boschi circostanti (e, credo, con contenutissimi finanziamenti).
Quindi, feste realizzate con pochi mezzi, pochi soldi, poche scenografie, ma, comunque, anche allora come oggi, di grande spessore culturale, ludico e aggregativo. Feste realizzate con grande passione, dedizione, sacrificio da parte dei volontari della STI (e dai simpatizzanti), qualità che non avrebbero potuto risentire, se non molto marginalmente, della "grave crisi finanziaria e i relativi tagli ai finanziamenti di questi anni".
A tal proposito mi concedo qualche piccolo ricordo.
Io è un amico siamo arrivati (impazienti) la mattina presto alla prima edizione di Hobbiton realizzata a Tolmezzo, prima dell’apertura delle porte del piccolo centro polivalente comunale. Abbiamo atteso fuori dalla porta con altri due o tre pazzi come noi, immersi nella gelida, ma suggestiva, atmosfera della Carnia, in un contesto che, più Tolkieniano di così, in Italia, non si poteva trovare.
Ricordo i residuati bellici di “ordine nuovo”, così almeno mi dissero, (ai bei tempi, era il 1995, fortunatamente erano solo in tre o quattro in Italia) alla cassa/banchetto ricezione/banchetto informazione/banchetto organizzazione (quattro in uno).
Ricordo che abbiamo dato una mano, essendo i primi arrivati, alla sistemazione delle sale, e in cambio ci hanno regalato una maglietta della STI.
Ricordo il “ruolo vivo” nei boschi della Carnia, con tutti noi schierati ai alle pendici della montagna per assistere, ed i figuranti che, per i fatti loro, combattevano nei boschi. Non si vedeva nulla, ma si sentiva un gran casino. Ed era comunque divertente e suggestivo.
Ricordo l’arrivo acclamato (non da me) di Paolo Paron, (allora) the president, e della formazione nel pomeriggio della “mistica” triade con l’aggiunta di Morganti e De Turris.
Insomma, nel bene o nel male, ricordo con nostalgia una festa, allora, “a lungo attesa”.
Ribadisco, ad onor del vero, che le ultime feste “Hobbiton” (tranne forse l’ultima di Marostica) sono state davvero grandiose e ricche di eventi molto importanti e non si può che elogiare l’operato della STI in proposito, ma, dico altresì che, vista la mancanza di fondi, si sarebbe potuto ridimensionare la festa e farla comunque.
Credo che i Tolkieniani veri avrebbero sicuramente apprezzato lo sforzo e la dedizione. Dopotutto un anno di austerità non avrebbe compromesso tutto quanto fatto sin ora e, probabilmente, presto, si potrà ritornare allo sfarzo delle ultime feste.
Non ho notizie per quest’anno, ma mi auguro che Hobbiton torni, magnifica e sfarzosa come negli ultimi anni, oppure genuina e rustica come nei primi, ma che comunque torni, perché è pur sempre “una festa a lungo attesa” alla quale i Tolkieniani non vogliono mancare.
Una chicca: il programma di Hobbiton del 1996 a Tolmezzo
Una altra chicca: Da un intervista apparsa su "Stilos" a Vittoria Alliata di Villafranca, inserto del quotidiano La Sicilia, anno IV n.2 giovedì 24 gennaio 2002 con il titolo "Alliata: traduzione gradita al professore" a firma di Nicola Adragna.
“La sua traduzione risale agli anni '70. Sono passati oltre trent'anni. Le è capitato di riandare con là mente nella Terra di Mezzo? Insomma ha avuto qualche influenza nella sua vita la trilogia tolkieniana?Sin dai primi anni ho ricevuto centinaia di lettere e persino visite dei fan di Tolkien, e molti oggi ancora scrivono per ringraziarmi della "fatica" che consente loro oggi di leggere Il signore degli anelli. Sono stata invitata dalla Società Tolkeniana che organizza a Tolmezzo seminari e festival, giochi nei boschi e fiabe viventi, e mi sono divertita quasi quanto mia figlia, che allora aveva sei anni e sognava di diventare un cavaliere della Tavola Rotonda.”
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