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martedì 29 gennaio 2013

IL SIGNIFICATO DEI “LEGAMI” NELLA TERRA DI MEZZO


IL SIGNIFICATO DEI “LEGAMI” NELLA TERRA DI MEZZO


Di Enrico Imperatori
Pubblicato su: Endore n° 14, 2012 (www.endore.it)

Nona e Ultima Parte


«Sono particolarmente fortunato ad avere un amico come te. Sento, se posso dire una cosa simile, che il nostro rapporto è simile a quello di Rohan e Gondor, e (come sai) da parte mia il patto di Eorl non sarà mai spezzato, e io continuerò sempre ad aver fiducia e a essere grato per la cortesia e la saggezza di Minas Tirith.»
Ronald Tolkien,
lettera a Rayner Unwin, 21 luglio 1967




CONCLUSIONI
Trovo curioso che le celebrazioni per l’unità d’Italia, senza alcun nesso apparentemente logico, mi abbiano portato ad approfondire un aspetto della letteratura di Tolkien sul quale, sino ad ora, non mi ero mai soffermato.
Ciò mi ha portato a riflettere sul fatto che nemmeno Tolkien, con tutta probabilità, avrà seguito un filo logico, o comunque una precisa strategia, nell'introdurre tutti questi legami nella sua narrazione. Quantomeno non lo avrà fatto in maniera sempre volontaria.
Credo che, così come Tolkien ammetteva la presenza di allegorie e di precetti morali nel suo romanzo, senza che vi fossero stati da lui inseriti con un disegno preciso, ma semplicemente presenti in quanto coerenti con la vita reale, così sia avvenuto per i legami.
Tutti i legami presenti ne Il Signore degli Anelli, sono elementi fondamentali e necessari per lo svolgimento della storia, carichi di risvolti morali ed allegorici, scaturiti naturalmente nella creazione dell'intreccio e coerenti con la storia, in quanto elementi naturali e onnipresenti nella vita reale.
In riferimento a quanto appena affermato mi pare molto significativo un passo di una lettera di Tolkien, a proposito di un commento di Rayner Unwin sull'allegoria, dove afferma:
”Ma nonostante questo, che Ryner non sospetti «l'allegoria». C'è una morale, suppongo, in ogni storia che valga la pena di essere raccontata. Ma non è la stessa cosa. Persino la battaglia tra oscurità e luce per me è solamente una particolare fase della storia, un esempio dei suoi modi, forse, ma non il Modo; e gli attori sono individui: ogni uno di loro, naturalmente, contiene l'universale, altrimenti non vivrebbero affatto, ma non si rappresentano mai come universali. Naturalmente, allegoria e storia convergono, fondendosi da qualche parte nella Verità. Cosicché l'unica allegoria perfettamente coerente è la vita reale; e l'unica storia pienamente intelligibile è un'allegoria.”. [1]
Tutto ciò premesso, in definitiva, l’elemento di maggiore interesse che mi pare sia emerso dalla presente trattazione è che i legami rivestono particolare importanza nella narrazione Tolkieniana, nel bene e nel male. E' del tutto palese che il legame assolutamente negativo dell’Anello con i portatori, si contrappone ai legami assolutamente positivi di amicizia e di lealtà dei componenti della Compagnia dell’Anello.
Pare evidente che il legame tra esseri umani, che si prestano aiuto, si comprendono, si amano, prevalga sempre ed in ogni caso, nei confronti di qualsivoglia altro legame, più o meno magico, tra esseri viventi e oggetti inanimati, e che i legami volontari primeggino sempre rispetto ai legami coercitivi.
E' noto che dalla lettura de Il Signore degli Anelli si possono ricavare molteplici chiavi di lettura per la comprensione del nostro mondo e della nostra società, anche attraverso, appunto, i significati dei legami in esso presenti.
Un interessante parallelismo con il nostro vivere reale è, per esempio, che i legami umani e positivi, come quello tra Frodo e Sam, piuttosto che tra Gandalf e Bilbo, porteranno chi li alimenta e li vive concretamente, prima o poi, ad esiti edificanti, mentre i legami artefatti e negativi, come quelli tra Sauron e l’Anello, ma anche, pur se apparentemente meno significativo, tra Saruman e Grima Vermilinguo, non potranno che condurre ad esiti distruttivi.
Allo stesso modo si può affermare che, nella nostra società, così come nella terra di mezzo, i legami, positivi o negativi che siano, dimostrano che le divisioni, nonché i legami coercitivi e negativi portano alla decadenza fisica, morale e strutturale della società; mentre l’unione, la solidarietà, la cooperazione e l’integrazione non potranno che portare ad una società più evoluta, positiva ed equilibrata.


[1] J.R.R. Tolkien, La Realtà in Trasparenza – Lettere 1914 – 1973,  prima edizione Italiana:Rusconi 1990, lettera n° 109, “A Sir Stanley Unwin. Luglio 1947”.

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