IL SIGNIFICATO DEI “LEGAMI” NELLA TERRA DI MEZZO
Di
Enrico Imperatori
Pubblicato
su: Endore n° 14, 2012 (www.endore.it)
Nona e Ultima Parte
«Sono particolarmente fortunato
ad avere un amico come te. Sento, se posso dire una cosa simile, che
il nostro rapporto è simile a quello di Rohan e Gondor, e (come sai)
da parte mia il patto di Eorl non sarà mai spezzato, e io continuerò
sempre ad aver fiducia e a essere grato per la cortesia e la saggezza
di Minas Tirith.»
Ronald
Tolkien,
lettera
a Rayner Unwin, 21 luglio 1967
CONCLUSIONI
Trovo
curioso che le celebrazioni per l’unità d’Italia, senza alcun
nesso apparentemente logico, mi abbiano portato ad approfondire un
aspetto della letteratura di Tolkien sul quale, sino ad ora, non mi
ero mai soffermato.
Ciò
mi ha portato a riflettere sul fatto che nemmeno Tolkien, con tutta
probabilità, avrà seguito un filo logico, o comunque una precisa
strategia, nell'introdurre tutti questi legami
nella sua narrazione. Quantomeno non lo avrà fatto in maniera sempre
volontaria.
Credo
che, così come Tolkien ammetteva la presenza di allegorie e di
precetti morali nel suo romanzo, senza che vi fossero stati da lui
inseriti con un disegno preciso, ma semplicemente presenti in quanto
coerenti con la vita reale, così sia avvenuto per i legami.
Tutti
i legami presenti
ne Il Signore degli Anelli,
sono elementi fondamentali e necessari per lo svolgimento della
storia, carichi di risvolti morali ed allegorici, scaturiti
naturalmente nella creazione dell'intreccio e coerenti con la storia,
in quanto elementi naturali e onnipresenti nella vita reale.
In
riferimento a quanto appena affermato mi pare molto significativo un
passo di una lettera di Tolkien, a proposito di un commento di Rayner
Unwin sull'allegoria, dove afferma:
”Ma nonostante questo, che
Ryner non sospetti «l'allegoria». C'è una morale, suppongo, in
ogni storia che valga la pena di essere raccontata. Ma non è la
stessa cosa. Persino la battaglia tra oscurità e luce per me è
solamente una particolare fase della storia, un esempio dei suoi
modi, forse, ma non il Modo; e gli attori sono individui: ogni uno di
loro, naturalmente, contiene l'universale, altrimenti non vivrebbero
affatto, ma non si rappresentano mai come universali. Naturalmente,
allegoria e storia convergono, fondendosi da qualche parte nella
Verità. Cosicché l'unica allegoria perfettamente coerente è la
vita reale; e l'unica storia pienamente intelligibile è
un'allegoria.”. [1]
Tutto
ciò premesso, in definitiva, l’elemento di maggiore interesse che
mi pare sia emerso dalla presente trattazione è che i legami
rivestono particolare importanza nella narrazione
Tolkieniana, nel bene e nel male. E' del tutto palese che il legame
assolutamente negativo dell’Anello con i portatori, si contrappone
ai legami
assolutamente positivi di amicizia e di lealtà dei componenti della
Compagnia dell’Anello.
Pare
evidente che il legame
tra esseri umani, che si prestano aiuto, si comprendono, si amano,
prevalga sempre ed in ogni caso, nei confronti di qualsivoglia altro
legame, più o
meno magico, tra esseri viventi e oggetti inanimati, e che i legami
volontari primeggino sempre rispetto ai legami
coercitivi.
E'
noto che dalla lettura de Il
Signore degli Anelli si possono ricavare molteplici chiavi
di lettura per la comprensione del nostro mondo e della nostra
società, anche attraverso, appunto, i significati dei legami
in esso presenti.
Un
interessante parallelismo con il nostro vivere reale è, per esempio,
che i legami umani
e positivi, come quello tra Frodo e Sam, piuttosto che tra
Gandalf e Bilbo, porteranno chi li alimenta e li vive concretamente,
prima o poi, ad esiti edificanti, mentre i legami
artefatti e negativi, come quelli tra Sauron e l’Anello, ma
anche, pur se apparentemente meno significativo, tra Saruman e Grima
Vermilinguo, non potranno che condurre ad esiti distruttivi.
Allo
stesso modo si può affermare che, nella nostra società, così come
nella terra di mezzo, i legami,
positivi o negativi che siano, dimostrano che le divisioni, nonché i
legami coercitivi
e negativi portano alla decadenza fisica, morale e strutturale della
società; mentre l’unione, la solidarietà, la cooperazione e
l’integrazione non potranno che portare ad una società più
evoluta, positiva ed equilibrata.
[1]
J.R.R.
Tolkien, La Realtà in Trasparenza – Lettere 1914 – 1973,
prima edizione Italiana:Rusconi 1990, lettera n° 109, “A Sir
Stanley Unwin. Luglio 1947”.
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