Failtè

FAILTE'

martedì 22 novembre 2011

QUELLO CHE MI PASSA PER LA TESTA SU TOLKIEN

Questa nuova rubrichetta si pone l'obiettivo, tra gli altri, di stimolare un po' di discussione tra i lettori del blog.
Infatti, qui, scriverò quello che mi passa per la testa ogni tanto su Tolkien, sulle sue opere o sul mondo in cui è vissuto, così, senza filtri stilistici, linguistici o moralistici e senza approfondimenti. Prevedo parecchi strafalcioni, e qualche cazzatona, ma ben vengano se stimoleranno una qualche forma di discussione, altrimenti pazienza.


Ricordo con nostalgia quando iniziai a leggere Tolkien e la cosa che più mi affascinava era il potere evocativo delle parole. La lettura mi ispirava visioni. Ricordo che, in inverno, con il freddo e la nebbia, immaginavo di vagare per i campi, illuminati dalla luna, con pochi compagni, alla ricerca di qualche tesoro nascosto, sempre in guardia, pronto ad incontrare qualche creatura fantastica. Quanti viaggi immaginari, nella terra di mezzo. Oggi ricordo quei viaggi e rimpiango un po' di avere smesso di immaginare. Leggo ancora Tolkien, speso, con immenso piacere, ma, purtroppo, sogno ed immagino sempre meno. Allora è vero che le cose di tutti i giorni ci fanno smettere di fantasticare. Ci tengono inchiodati alla realtà, anche se la realtà non ci esalta. La cosa che più mi manca della fanciullezza e dell'adolescenza è proprio la capacità di fantasticare, che, piano piano, come è accaduto alle fate, sta lentamente sparendo. Comunque, non disperiamo, in fondo gli occhi dei bambini possono ancora scorgere le fate.


Chissà cosa mi passerà per la testa domani.....


1 commento:

  1. Ehi! Io Invece con il fredddo e la nebbia ci vago per davvero per i campi, con pochi compagni in cerca di tesori, ma sognando spiagge calde e assolate.

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